Alla scoperta del cantautore e musicista bolognese che del pianoforte non ne voleva sapere niente.
Lo mandarono a fare il conservatorio, ma a lui non interessava suonare il pianoforte, voleva solamente giocare a pallone con gli amici in cortile. All’inizio fu tutto traumatico, le giornate erano segnate dalla solenne musica classica: da una parte ne era attratto, ma dall’altra la rifiutava. D’altronde, per un vero creativo fuori dagli schemi, qualsiasi compito ingrato imposto è da contestare, a prescindere.
Possiede quasi tutti i 45 giri di Adriano Celentano e forse quell’inconsapevole familiarità con la musica classica non è stata del tutto inutile, ma lo portò ad apprezzare e amare gruppi rock come i Jethro Tull, i Deep Purple ELP, che trasudavano armonia e contrappunto da ogni poro. Poi la musica divenne ambiente di scambi culturali, sociali e politici e Marco si appassionò ai nostri cantautori degli anni ’70. E così cominciò a sperimentare con musica e parole. Conserva tutt’ora gelosamente l’LP degli Area, Gli dei se ne vanno gli arrabbiati restano e il Perigeo, La valle dei templi, della Banda Bardò, Fuori orario. Poi c’è il Blasco.
Durante il suo percorso si è cimentato anche nello studio del sassofono con Alessandro Alberici. Una frequentazione che, a detta del nostro cantautore, fu importante ed educativa. Con lui conobbe e imparò ad apprezzare i grandi musicisti jazz e, sull’onda dell’entusiasmo, riuscì a registrare qualche brano di pregevole fattura in chiave jazzistica.
Ora più che suonare ama scrivere canzoni e canzonette, quello che considera un esercizio necessario per potersi esprimere al meglio. Ama ripetere che ognuno di noi ha storie da raccontare, tragedie grandi e piccole, che in qualche maniera somatizza e contro le quali cerca una panacea per potere sopportare il presente ed il presunto futuro. Per superare le angherie della vita in compagnia ha fondato un gruppo, i Mingo’z Quarzett, un gruppo composto da amici con la voglia di condividere storie individuali ed esperienze musicali differenti.
Non perdetevi l’incontro con Marco Mingozzi, lunedì 23 gennaio a #RaccontaVinile.